martedì 2 settembre 2008

Italiani, brava gente.

Gli italiani son tornati dale vacanze. Anche quest'anno, seppure con qualche fatica economica aggiuntiva, la maggioranza di essi è andata in vacanza. Magari una vacanza più breve, magari meno pretenziosa, però vacanza.

Ma sì, perché mentre la Costituzione Italiana viene deturpata, il Parlamento occupato da faccendieri, leccaculi, ex-galeotti o galeotti potenziali, mafiosi camorristi 'ndranghetisti travestiti da avvocati, medici interessati al pozzo senza fine dei soldi della sanità da deviare verso attività a loro in qualche modo connesse, puttane da sistemare per zittirle, tossici di stato, malfattori ancora non palesi da ringraziare con una ricca poltrona, massoni da portarsi sempre dietro, un po' come a vent'anni si faceva coi profilattici, tutta gente che, spaparanzata sulle poltrone in pelle di Montecitorio o Palazzo Madama, non fa un cazzo tutto il giorno salvo votare a comando quando richiesto e come richiesto. Senza facoltà decisionale. Senza poter avere un'opinione che non sia quella fornitale. Tutta gente strapagata NON dal suo reale padrone, ma da ciascuno di quegli italiani che stavolta hanno dovuto accorciare le proprie vacanze.

Ma gli italiani vanno in vacanza. Magari una vacanzina. Ma ci vanno. Il telefonino dell'ultimissima generazione lo hanno di sicuro. Il televisore al plasma li attende in casa. Potranno assistere alle partite di "cempionz". Se escono possono muoversi con la propria auto (tutti l'hanno) indossando gli occhiali da sole firmati fissati sulla fronte, con la faccia ben abbronzata e la spalla con tatuaggio da mezzo metro quadro.

Che altro vuole dalla vita un italiano? La Costituzione? E che è? La stanno insultando giorno per giorno? Boh? Ah sì? Guarda un po' quella che culo che ha... ahahahahah... e facciamoci una canna....

martedì 1 luglio 2008

Con la destra, poveri lavoratori.

IL GOVERNO CANCELLA LA LEGGE 188/2007

Con il Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008, recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivita', la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria" viene abolito l’obbligo, per i lavoratori, di utilizzare la nuova procedura telematica per le dimissioni volontarie, previsto nella legge 188/2007.

Quindi, per presentare le dimissioni volontarie, non sarà più necessario adempiere alla procedura informatica.

Cosa prevedeva la legge 188/2007

Una tutela in più

Sulla Gazzetta Ufficiale del 19 febbraio 2007 era stato pubblicato il Decreto Ministeriale che definiva moduli e modalità operative per la presentazione delle dimissioni volontarie dal rapporto di lavoro, in applicazione della L. 188/2007.

Il modulo ministeriale, dal 5 di marzo 2008, era l’unico strumento attraverso il quale i lavoratori potevano comunicare le proprie, eventuali, dimissioni alle aziende.

Il modulo lo si poteva scaricare dal sito sopra indicato, oppure si poteva richiedere ai soggetti abilitati (Sindacati, Patronati, centri per l’impiego, Comuni ecc.)

Perché questo provvedimento si era reso necessario?

Perché molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni, facevano firmare al lavoratore, all’atto dell’assunzione, una lettera di dimissioni senza data.

In questo modo il lavoratore era continuamente sottoposto a ricatto, in quanto, in qualsiasi momento l’azienda poteva utilizzare quella comunicazione per attestarne le dimissioni e lasciarlo a casa.

Con la procedura prevista dalla legge 188/07 atti di questa natura divenivano impossibili, in quanto, il modulo (i moduli sono numerati e datati) avevano validità limitata di 15 giorni e non oltre la data di emissione. Scaduti i termini di validità, bisognava richiederne un altro.

Fino al 25 giugno 2008, dunque, gli unici moduli da utilizzare per le dimissioni, eccetto quelle per giusta causa, erano quelli ministeriali.

Da oggi si riparte con i ricatti ai lavoratori, soprattutto ai nuovi assunti.

L'Italia continua a marciare indietro sui diritti dei lavoratori.

lunedì 30 giugno 2008

The Observer

Silvio Berlusconi rimane un imbarazzo per la democrazia

[The Obsever - Editorial]

Il grande paradosso della democrazia è che la libertà politica di cui ha bisogno per svilupparsi fornisce sostegno anche ai propri nemici. Una società democratica deve tollerare, fino ad un certo punto, l’attività di quei politici dagli istinti fondamentalmente antidemocratici.

Prova lampante è il fatto che Silvio Berlusconi sia stato liberamente eletto Presidente del Consiglio. Ha assunto l’incarico da 50 giorni, dopo un periodo all’opposizione, avendo precedentemente governato nei periodi 1994-95 e 2001-2006. Durante il primo mandato era stato denunciato di corruzione dai suoi avversari - ma mai condannato. E’ anche stato regolarmente accusato di nepotismo, cattiva gestione dell’economia e nazionalismo reazionario socialmente scissionista. Eppure, ha vinto ancora.

Berlusconi è stato eletto grazie a promesse di rinascita economica (l’Italia ha una delle economie dalla crescita più lenta nella zona Euro), gonfiata da l’ulteriore promessa di usare la mano pesante con la criminalità e l’immigrazione, che il partito Forza Italia presenta quotidianamente come un unico problema.

Al governo, egli ha proposto una severissima schedatura razziale, il rilevamento delle impronte digitali dei bambini Rom e la minaccia di allontanare dai propri genitori quelli che chiedono l’elemosina nelle strade italiane, una misura vista dai leader di altre minoranze come un ritorno al passato fascista dell’Italia.

Berlusconi è anche ritornato sul suo tema legislativo preferito: proteggere sè stesso dalle varie accuse di corruzione che si sono accumulate contro di lui negli anni. Vuole far passare una legge che renderebbe le più alte cariche dello Stato, inclusa ovviamente la propria, immuni da procedimenti penali. Quando ha tentato di introdurre il medesimo provvedimento nel 2004, la Corte Suprema lo giudicò anticostituzionale. Un’altra legge in via di approvazione sospenderebbe per un anno certi processi in cui il presunto crimine conduce ad una sentenza maggiore di 10 anni. Un processo del genere, che dovrebbe iniziare il prossimo mese, comprende accuse di corruzione nei confronti di Berlusconi.

Questo programma è una piccola parte della guerra spietata nei confronti della magistratura e di quei settori dei media determinati a costringerlo a rendere conto delle proprie azioni. (Il Presidente del Consiglio ha il controllo sostanziale della televisione privata e usa la propria posizione per influenzare l’emittente pubblica.) I giudici che lo perseguono, egli afferma, sono “il cancro nella nostra democrazia”.

Tutto ciò è stato condotto con le maniere spudorate ed appariscenti tipiche di Berlusconi che, se non fossero tanto inquietanti, ricorderebbero quelle del presentatore di un circo.

La guida di Berlusconi è una tragedia per gli italiani, anche se la scomoda verità a proposito di tale problema è che così tanti di loro lo hanno votato. Ciò dovrebbe servire da avvertimento per gli altri Paesi dell’Europa occidentale che ritengono che la loro cultura democratica sia così ben radicata da essere immune da minacce interne. Se questo è il grande paradosso della democrazia, il più grande cliché nella politica è che le nazioni ottengono i leader che meritano. Ma certamente l’Italia e l’Europa meritano qualcosa di meglio di Silvio Berlusconi.

[Vai all'articolo originale su The Observer]

Forleo, avanti tutta!

Clementina Forleo, magistrato. Una persona che dovrebbe essere un esempio per chiunque. Ligia alle regole, integerrima. E' una dei miei eroi e come lei anche altri che mi accadrà di citare. Spero sarà in grado di riprendere il suo lavoro e portarlo a compimento, anche se non credo glielo permetteranno.

E' il sistema che non permette, in questo paese, allergico alle regole, a quelli come Clementina Forleo, di essere elevata a esempio per tutti.

A tutti sta bene così. Rispettare le regole, prima ancora delle leggi, che sempre regole sono, è fastidioso, è limitante. In Italia prevale la tendenza alla furbizia e al sopruso. Se sei più furbo degli altri, sei in gamba, altrimenti passi per fesso (non per ligio alle regole).

Come siamo arrivati a questo? A volte penso sia l'eredità del fascismo, che notoriamente, col suo "me ne frego" inneggiava al superare questo vetusto concetto dell'essere civili. Poi, però, pensandoci bene, anche prima del fascismo, l'italiano tipo doveva essere tendenzialmente "furbo".

Da dove arriva questo pessimo tipo di furbizia, allora?

mercoledì 25 giugno 2008

Soldati al soldo di chi?

Avremo i soldati in giro per le strade delle città. Al fianco delle forze dell'ordine, in tutto il paese, 3000 soldati dell'esercito italiano, pattuglieranno le città per, così sembrerebbe, scongiurare la cosidetta "microcriminalità".

Non è proprio così che iniziano i colpi di stato? Con i militari che prendono il controllo del paese? Certo, siamo stati abituati a delle azioni lampo, golpe che avvengono in poche ore, blitz militari presso Tv e radio contemporaneamente alla occupazione del palazzo di governo.

Nel caso nostro: le televisioni e le radio, nonché quasi tutti i giornali (ricordare Ciarrapico) sono già da tempo, legalmente o quasi, sotto il suo controllo/dominio. Il palazzo del governo è roba sua. Mancavano soltanto i militari (probabilmente al comando di qualche generale massone: nelle liste della P2 ve ne erano moltissimi) a controllare le strade.

Adesso ci sono. Il golpe è avvenuto e non ce ne siamo accorti.

E' che basta utilizzare mooooooolta vaselina.

venerdì 20 giugno 2008

Distinzioni a singhiozzo

E' di un paio di giorni fa che il rotocalco televisivo TG3 (che si distingue dai rotocalchi TG1 e TG2 per il numerino 3 dopo il TG), parlando della condizione dei Rom di nazionalità italiana, distingueva ben benino fra gli "italiani" (quelli "normali", quelli non-nomadi) e LORO, che pur essendo di cittadinanza italiana, non hanno una fissa dimora, almeno teoricamente, ma girovagano.

Ne intervistavano qualcuno, belle parole su come costoro siano anche persone oneste (e mno male che il dubbio in tal senso ce lo insinui il TG3!!) con voglia di lavorare e di come nessuno voglia farli lavorare onestamente (ma forse parlavano di assunzioni regolari, perché in nero e senza garanzie probabilmente riescono anche a trovare).

Mi ha colpito la netta distinzione che è stata operata. Italiani "normali" e italiani "nomadi", quando i romeni sono tutti romeni. Come se in Romania non esistesse tale differenza. Quando si citano i Rom di nazionalità romena, sono sempre romeni. Come se il cittadino romeno, fosse comunque sempre uno zingaro. Come se la distinzione non fosse dovuta a loro.

Mi rendo conto che messo così, il discorso ha un'impostazione dal sapore discriminatorio. Non è questo che voglio significare. Personalmente ho grande simpatia per tutti i non italiani in generale e per le minoranze in particolare.

La segnalazione, che tanto leggo solo io perché nessuno passa su questo mio deserto blog, vuol essere esclusivamente diretta contro il pessimo malcostume di coloro i quali fondano il loro modo di essere e/o di lavorare, su principi che funzionano a "targhe alterne". Senza coerenza. Senza onestà intellettuale.

La coerenza. La mancanza di coerenza dovrebbe essere un reato da codice penale.

Ecco.

giovedì 19 giugno 2008

Colla

Chissà perché la colla "incolla"? Ovvero, perché le cose appiccicose, appiccicano. E va be', è il dubbio del giorno...

mercoledì 18 giugno 2008

Campania, rifiuti. Elezioni?

Mi viene da dire: può, l'elettore del meridione, pensare di dare il suo voto a una "aggregazione" di partiti, che presumono di allocare sulla poltrona di presidente del consiglio dei ministri un già losco figuro, per giunta settentrionale, e sperare che costui prenda DAVVERO a cuore i problemi VERI del meridione (anzidetto "mezzogiorno" che non ho mai capito perché)?

Se io fossi carta non supporrei, come solutore dei miei problemi, un paio di forbici.

martedì 17 giugno 2008

Pubblicitari alla scoperta

Comunicare è tutto. Se gli esseri viventi (mi riferisco, ovviamente, agli appartenenti al regno animale) non potessero comunicare è giocoforza che sarebero isolati completamente. Miliardi di individui, siano essi umani o insetti, felini o coleotteri, pachidermi o roditori, non rappresenterebbero che miliardi di mondi coesistenti ma lontani, soli.
Possiamo comunicare. Il problema nasce dal "cosa". Cosa ci diciamo? Tutti gli animali, fatta eccezione per gli umani, utilizzano la comunicazione a fini esistenziali. Noi no. O meglio, non solo. Noi umani comunichiamo, anche, un mucchio di cazzate.
Quella che personalmente ho individuato come il coacervo più imponente di cazzate che ci diciamo, è ben rappresentata dalla comunicazione commerciale cosidetta.

Ed esistono gli specialisti. I pubblicitari. Sono, essi, dei professionisti della comunicazione assolutamente strapagati (almeno quelli con grande esperienza). Sono pagati profumatamente per sommergerci di cazzate e per violentare le nostre capacità (poche, nevvero) critiche, già raramente sfruttate, nei confronti dei prodotti immessi sul mercato (tanto per citare un genere pubblicitario, il più immediato).
Questi violentatori di menti umane, dovrebbero, in quanto comunicatori, per lo meno avere una padronanza della lingua fuori dal comune. Dovrebbero sapere "comunicare" in un italiano di rara bellezza, nonché chiarezza e fantasia. Dovrebbero saper diversificare i propri messaggi per renderli, se non altro, ogni volta "particolari".

Invece no. Tutto quello che vogliono convincerti ad acquistare, lo devi "scoprire". Scopri qui, scopri lì, scopri questo e scopri quello. Dio che noia.

domenica 8 giugno 2008

La morte ci accomuna

Andreotti. Berlusconi. Bertinotti. Bonaiuti. Bondi. Bossi. Brancher. Ciarrapico. Cirino Pomicino. D'Alema. Dell'Utri. Mastella. Ratzinger. Rutelli. Schifani...

... e potrei continuare per mezz'ora ancora a elencare. Tutti dovranno morire.
Dio non esiste.
Dopo la morte, il niente.
Il niente.
Ehi, voi, quelli dell'elenco! Quelli su riportati e quelli che, avessi avuto mezz'ora, avrei aggiunto con voi! Dovrete, spero presto, morire anche voi. E dopo, non sarete più niente. Esattamente come coloro i quali vi hanno dovuto subìre. Coloro ai quali avete danneggiato l'esistenza per deglutire avidamente il potere e accaparrarvi quanto non vi spettava, ai danni degli inermi.

Spero di vivere a sufficienza per veder morire molti di voi. E fare festa ogni volta. E stappare qualche buona bottiglia ogni volta.



...Cicchitto. Miccichè. Elio Vito. Alfredo Vito. Storace. Santanchè. Mussolini. Vietti. Cesa....