venerdì 20 giugno 2008

Distinzioni a singhiozzo

E' di un paio di giorni fa che il rotocalco televisivo TG3 (che si distingue dai rotocalchi TG1 e TG2 per il numerino 3 dopo il TG), parlando della condizione dei Rom di nazionalità italiana, distingueva ben benino fra gli "italiani" (quelli "normali", quelli non-nomadi) e LORO, che pur essendo di cittadinanza italiana, non hanno una fissa dimora, almeno teoricamente, ma girovagano.

Ne intervistavano qualcuno, belle parole su come costoro siano anche persone oneste (e mno male che il dubbio in tal senso ce lo insinui il TG3!!) con voglia di lavorare e di come nessuno voglia farli lavorare onestamente (ma forse parlavano di assunzioni regolari, perché in nero e senza garanzie probabilmente riescono anche a trovare).

Mi ha colpito la netta distinzione che è stata operata. Italiani "normali" e italiani "nomadi", quando i romeni sono tutti romeni. Come se in Romania non esistesse tale differenza. Quando si citano i Rom di nazionalità romena, sono sempre romeni. Come se il cittadino romeno, fosse comunque sempre uno zingaro. Come se la distinzione non fosse dovuta a loro.

Mi rendo conto che messo così, il discorso ha un'impostazione dal sapore discriminatorio. Non è questo che voglio significare. Personalmente ho grande simpatia per tutti i non italiani in generale e per le minoranze in particolare.

La segnalazione, che tanto leggo solo io perché nessuno passa su questo mio deserto blog, vuol essere esclusivamente diretta contro il pessimo malcostume di coloro i quali fondano il loro modo di essere e/o di lavorare, su principi che funzionano a "targhe alterne". Senza coerenza. Senza onestà intellettuale.

La coerenza. La mancanza di coerenza dovrebbe essere un reato da codice penale.

Ecco.

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