giovedì 11 settembre 2008

Giornalisti, lingue lunghe e felpate

Il leccaculismo di certi giornalisti, quelli più o meno evidentemente a libro paga del padrone (quindi, ormai, praticamente tutti), è sempre dimostrato nell'attuare il cerchiobottismo più sfrenato, dimostrandosi d'accordo con tutto e con il contrario di tutto. E' ignobile come simili pennivendoli siano capaci di prendere al volo una qualunque polemica, per segnalare la propria presenza e, soprattutto, la propria prontezza nello schierarsi prostandosi lì dove camminano tutti quelli in grado di dar loro il proprio voto e/o di procurarne per loro e per i loro padroni.

Dopo lo scriteriato articolo di Lucetta Scaraffìa sull'"Osservatore Romano", nel quale ella si scaglia contro la usuale considerazione di morte cerebrale di un individuo come morte dello stesso, attaccando, ovvero, la normalissima pratica dell'espianto di organi da un organismo clinicamente morto, allo scopo di salvare altre vite (attacco smentito e dal quale ha preso le distanze l'intero "Osservatore Romano"!!), ecco che spunta Ida Magli sul (manco a dirlo) "Il Giornale" (fam. Berlusconi) che si schiera apertamente contro l'espianto di organi.

"Il trapianto di organi, nella sua brutale concretezza, ha tolto qualsiasi sacralità alla morte; e ha cancellato la trascendenza presente, con il suo immenso mistero, nel corpo del defunto. Ci si lamenta del «materialismo» del nostro tempo: l’utilizzazione come pezzi di ricambio dei corpi degli altri ne è la massima prova. Nessun materialismo può andare più in là di così. Né lo si camuffi con la terminologia del «dono»: il soggetto agente è quello che «ti pensa» come pezzo di ricambio, che «ti vede» come pezzo di ricambio, che ti utilizza come pezzo di ricambio."

Benissimo signora. Le auguro che né Lei, né nessuno dei Suoi cari, abbia mai bisogno di un organo di "ricambio" per continuare a vivere. Nel malaugurato caso in cui ciò dovesse avvenire, Si ricordi della sacralità, coltivi la trascendenza con il suo immenso mistero, mi raccomando.

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